“Ciò che Dio unisce l’ uomo non sciolga!” Cioè, è molto meglio un pìo colpo di pistola, che col fatto del delitto d’onore con un mese e mezzo sei fuori e te ne fotti!
Così “cantava” Guccini nel suo “Talkin’ sul Sesso” nel 1973 riprendendo un tema già ampiamente discusso nel film di Pietro Germi del 1961, “Divorzio all’Italiana”; in effetti fino al 1982 era in vigore l’art 587 del codice penale
Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.
Questo campionario di civiltà abrogato solo nel 1981, in realtà, era una buona scorciatoia per ovviare al fatto che in italia fino al 1 dicembre 1970 NON esisteva alcun modo legale per sciogliere un matrimonio.
Si festeggia dunque, oggi, il quarantesimo anniversario dell’approvazione della legge 898 Fortuna-Baslini che, dopo una seduta parlamentare di oltre 18 ore, «disciplina i casi di scioglimento del vincolo matrimoniale». Dopo l’approvazione della legge, grazie anche all’impegno di Paolo VI, da sempre contrario a qualunque apertura nel senso dello scioglimento del matrimonio, nacque un comitato per un Referendum che si terrà il 12 e 13 maggio 1974. Si presentarono alle urne l’87% degli aventi diritto al voto e il 59,30% voterà «no» all’abrogazione della legge 898. Uno dei rari momenti di civiltà e democrazia del nostro paese.
Ovviamente siamo in italia e dopo quarant’anni il divorzio è sempre pieno di complicazione e ha dei costi notevoli, anche quando consensuale, al punto che oggi molte coppie virtualmente divorziate, mantengono in piedi il contratto matrimoniale, se non altro per evitarsi i problemi amministrativi e burocratici , oltre agli ingenti costi, che il divorzio comporta. Ad ogni modo, per lo meno, c’è una via d’uscita. :-)