Il problema degli incidenti dovuto all’alta velocità è diffuso ormai in tutti i paesi. Le forze dell’ordine sono, chiaramente, un ottimo deterrente ma, di certo, non si può mettere un poliziotto ad ogni incrocio; questo devono aver pensato i sindaci di alcune città della Repubblica Ceca, che, per ovviare alla cronica carenza di poliziotti, hanno deciso di mettere, nei punti più critici, dei cartonati in scala 1:1 che raffigurano poliziotte in minigonna con tanto di paletta in mano.
Effettivamente, nei punti in cui sono piazzati i singolari dissuasori, pare, che gli incidenti siano diminuiti in maniera drastica e, almeno a detta dei sindaci, la riduzione della velocità pare essere motivata con l’effetto deterrente della divisa e non certo a causa delle gambe dei “manichini”. Ma se è così perché poliziotte in minigonna invece di nerboruti poliziotti armati di paletta e con manganello (MANGANELLO) in vista?
Una cosa è certa se lo si fa in italia, sarà proprio il caso di rispolverare le vecchie foto di Edwige Fenech nei panni di avvenente e conturbante poliziotta… o magari così gli incidenti aumenteranno?
L’anno scorso, di questi tempi, davo la ferale notizia della chiusura degli stabilimenti Borsci e di conseguenza della fine di un liquore, il famoso elisir San Marzano, che io ho sempre visto in casa da quando son nato e che quindi era, per me, una sorta di certezza; c’è mancato poco che mi aggiudicassi una bottiglia su E-Bay a 48 euro, tanto era lo sconforto. Oggi, mentre ero in giro per il classico shopping natalizio, Monica mi fa notare sugli scaffali la classica e mitica bottiglia di San Marzano. Io strabuzzo gli occhi, tanti sono stati i tentativi di imitazione, anche grafici, in questi mesi; questa volta no, era proprio il San Marzano. La Borsci Industria Liquori S.r.l., scopro ora, qualche mese fa è stata acquisita da un’azienda di Ostuni, la Telcom S.p.A. leader nel settore della trasformazione del materiale termoplastico e di proprietà della famiglia Casale. Nonostante siano ancora in atto una serie di tira e molla sulla proprietà del marchio è ripresa la produzione del mitico elisir San Marzano, dal gusto unico e inconfondibile, creato nel 1840 da Giuseppe Borsci.
Per la cronaca a me il San Marzano non è che piaccia particolarmente, però come ho detto prima per me è una sorta di pilastro :-)
L’elettroforo o anguilla elettrica (Electrophorus electricus), è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia Gymnotidae ed è conosciuto soprattutto per la sua capacità di generare dei potenti campi elettrici.
L’elettroforo possiede tre paia di organi elettrici addominali in grado di produrre una differenza di potenziale e generare così un campo elettrico. In pratica il pesce, che nonostante il nome non è un’anguilla, ha dei muscoli costituiti di cellule speciali denominate elettrociti all’interno delle quali scorre la corrente elettricia con un meccanismo è simile a quello di una batteria, nella quale piatti conduttori producono una carica elettrica. Lungo i fianchi del pesce, gli elettrociti, presenti in un numero che va dai 5 ai 6.000, possono produrre in questo modo una scarica di più di 500 volt, ed un flusso di corrente pari ad 1 ampere (500 watt). (Informazioni tratte da Wikipedia)
Un elettroforo dunque è in grado di produrre una scarica in grado di uccidere un uomo adulto ma è in grado anche di alimentare un albero di natale giapponese.
Il pesce mangia sia pesci che piccoli mammiferi, quindi, pensavo, che se ne prendiamo un certo quantitativo li chiudiamo in un acquario e gli diamo da mangiare gli infiniti ratti che infestano Bari potremmo risolvere il problema energetico della Puglia senza ricorrere a centrali nucleari, inefficienti pannelli solari o pali eolici… devo vedere di far arrivare il suggerimento a Nichi Vendola :-)
Ogni volta che c’è un “crimine” che appare senza movente, insensato e, sopratutto, per il quale gli inquirenti non riescono a trovare una causa entra in scena il terribile extracomunitario clandestino, islamico, brutto, sporco e cattivo. Fu così nel caso di Novi Ligure, dove la cittadinanza quasi iniziò la caccia all’albanese, salvo scoprire che la colpevole era la figlia troietta, stessa cosa con la strage di Erba dove si era sospettato del marito tunisino mentre i colpevoli erano i vicini di casa fuori di testa e così è stato anche in questi giorni, dove ad essere accusato dell’omicidio della giovane Yara è stato, per tre giorni, l’operaio edile Mohamed El Fikr. Il ragazzo marocchino è stato arrestato dalla polizia dopo un rocambolesco e ridicolo inseguimento in mare e il suo arresto è avvenuto sul traghetto che lo portava a Tangeri, dove il 22enne marocchino andava per passare le vacanze con la sua famiglia. Il tutto a causa di una traduzione affrettata e completamente errata di una sua frase pronunciata al telefono, che secondo gli “esperti” suonava come “perdonami Dio non l’ho uccisa io…..ascoltami Dio, ascoltami…..” dove non si faceva nemmeno riferimento alla giovane Yara che Fikr, pare, non aver mai conosciuto. L’accusa, poi, sarebbe stata di omicidio, pure se il ragazzo avrebbe detto di NON averla uccisa e anche se non c’è, ad oggi, nessuna prova che Yara sia morta. Per fortuna i magistrati hanno scarcerato il ragazzo dopo tre giorni, ma rimane l’onta mediatica del mostro in prima pagina e dubito che qualcuno si sia formalmente scusato con lui.
Ma gli errori di traduzione sono sempre in agguato e talvolta portano a dei risultati, per fortuna, meno drammatici della storia del povero Fikr. E’ il caso di quanto avvenuto in questi giorni nelle librerie cinesi dove sono state pubblicate delle favole per bambini a sfondo erotico.
La storia è divertente: la China Friendship Publishing Company e la China Media Time, per Natale, volevano proporre per i bimbi dell’ex-Celeste Impero le più belle favole occidentali tradotte ovviamente in cinese. Non trovando le edizioni originali in tedesco delle opere dei fratelli Grimm le case editrici si sono basate su alcuni adattamenti giapponesi. Peccato che abbiano scelto le edizioni sbagliate, gli adattamenti utilizzati, infatti, erano alcune storie realizzate dal duo Kiryu Misao, due fumettisti famosi per la loro reinterpretazione in chiave erotica delle più famose favole europee. Così Biancaneve è una ninfomane che si scopa il padre e tutti e sette i nani e quando una contadina le porge la mela avvelenata a risvegliarla ci pensa un principe necrofilo che pensa di sbattersi il suo cadavere.
Sembrerebbe che nessun bimbo abbia avuto modo di leggere le favole reinterpretare, di certo i volumi sono stati sugli scaffali per diversi giorni prima di essere ritirati.
Claudia Lee Black nasce a Sydney, in Australia, l’11 ottobre 1972 ed è un’attrice televisiva conosciuta sopratutto per le sue magistrali interpretazioni nei telefilm Farscape e Stargate SG-1.
Per il suo ruolo in Farscape, Claudia ha ottenuto la nomination come miglior attrice dal Saturn Award nel 2001 e nel 2002, e ha vinto un altro premio nel 2005. La Black è apparsa più volte come Vala Mal Doran in Sg-1 dove da recurring è diventata parte del cast nella serie televisiva Stargate SG-1.
Ovviamente Claudia, eletta come “#7 Hottest Scifi Babe” dal Scifi WorldNet (mai premio fu più azzeccato) nel 2004, è sempre molto popolare alle convention e nel 2007 le viene consegnato il constellation Awards come Migliore Attrice nel 2006 per una sua parte in Stargate SG-1
Sotto una breve galleria fotografica di una delle donne più sexy della science fiction televisiva.