Oggi vengo a sapere, da un manifesto funebre, che un mese fa è morto un mio vicino. Non un mio vicino “lontano”, ma proprio il ragazzo che abitava alla porta accanto. Vivo qui da più di cinque anni ormai, di lui non sapevo nulla, nemmeno il nome. Solo qualche ciao e qualche imbarazzante viaggio in ascensore. Non lo conoscevo ma mi è sempre sembrato un bravo ragazzo; sono triste, triste per una giovane vita spezzata ma triste anche perché non so nemmeno cosa se lo sia portato via, triste perché non so davvero nulla di lui e mi ero a malapena accorto  del fatto che mancasse da un po’. Oggi ho scoperto il suo nome, magari a saperlo prima gli avrei fatto una richiesta di amicizia su Facebook… no così non va bene.

Comunque addio Bartolomeo, R.I.P.

Pensare che la politica impersonata da quattro impresentabili e incolti avvinazzati (che in nessun caso potrebbero essere rappresentativi di un condominio e men che meno di un’ipotetica macroregione) contribuiscano ad alimentare le divisioni di questa nazione, anche in un momento drammatico come quello che sta vivendo il Veneto in questi giorni, fa veramente ribrezzo. Sentire strumentalizzare un disastro di immani proporzioni per tentare di attuare il tanto auspicato federalismo fiscale all’amatriciana o forse, per meglio dire, in bagna càuda fa pensare a quanta mancanza di acume politico ed economico ci possa essere in questo paese. In questo momento è troppo facile fare considerazioni sull’evasione fiscale nel nord-est, sullo sfruttamento della manodopera extracomunitaria e sulle cause del disastro come si leggono in tutti i giornali; tutte queste elucubrazioni non fanno altro che dare la stura ai soliti meccanismi antagonistici di tifo da stadio che  caratterizzano l’italia ma che mal si addicono alla soluzione dei problemi. Oggi è il caso che tutti gli italiani si rimbocchino le maniche e che come in tante altre occasioni facciano del proprio meglio per aiutarsi a vicenda cercando di non pensare alle cretinate seccessioniste di gente stabilmente ancorata alle poltrone romane o a considerazioni fatte ad alta voce da alti funzionari dello stato su possibili eruzioni vulcaniche. Domani, forse, sarà il caso di fare il punto sulla dissestata situazione idrogeologica dell’italia intera e cercare il modo di limitare i possibili danni futuri.

Lo scorso Natale mi hanno regalato uno di quei pacchetti prepagati da cui è possibile scegliere una notte in albergo/bed & breakfast. Il pacchetto scadeva a dicembre 2010 quindi era quasi ora di utilizzarlo. Francamente non ne avevo nessuna voglia, in questo periodo, ma Monica mi chiama giovedi in ufficio e mi dice io prenoto per il week-end (del suo compleanno). Far fare certe cose alle donne non è mai una buona idea, io lo so, ma la pigrizia, da sempre ha la meglio sulla mia razionalità e dunque ha prenotato lei.

Il fatto che abbia richiesto un lettino da campeggio per il bambino e le abbiano risposto che non avevano quel genere di “attrezzatura”  avrebbe già dovuto farle suonare un campanello di allarme specie insieme alle suite con tessuti leopardati presenti sul sito dell’albergo e al fatto che servivano la colazione SOLO in camera, ma evidentemente non è stato così; non è servito nemmeno vedere la hall dell’albergo con la moquette viola, ha cominciato a capire solo quando entrata nella stanza ha visto la tariffa ad ore…

Tuttavia devo dire che siamo stati davvero bene, l’ambiente era molto raffinato e lo staff di una descrizione incredibile e la tipa del servizio in camera uno schianto, poi le suite sono spettacolari per chi come ha un’anima tremendamente kitsch.

Giuro che appena si sistemano un paio di faccende ci torniamo con uno spirito leggermente diverso ;-P

La foto non c’entra nulla, ma mi sono reso conto che come un imbecille non ho fatto nemmeno una foto dell’albergo.

Questa immagine meritava di essere fotografata. Sia per l’ambiente, sia per la bellezza intrinseca e decadente di questo scorcio di Napoli e sia, naturalmente, per la trovata geniale dei ragazzi di questo sito http://www.giovanidispostiatutto.com .

La cosa terribile è che  ho letto annunci di lavoro “seri”, in campo informatico, che a questo, in confronto, viene voglia di inviare il curriculum :-)

…ma manc p’o cazz!!!

Qui siamo in via Giuseppe Verdi appena fuori dalla Galleria Umberto I, ovviamente a Napoli, la sera del 6/11/2010 e come si può vedere i proclami non servono a trovare un tappeto così grande da nasconderci tutta la monnezza.