Dagli anni ’90 le case discografiche, in crisi di vendita per essere rimaste ancorate a un modello di business obsoleto, che è quello della vendita dei dischi, hanno cominciato a sfornare le boy band da sbattere su MTV per tentare di raccattare qualche spicciolo con i video e i concerti rivolti a un pubblico di teenagers con i gusti indirizzati dalla TV. Si iniziò con i Take That nel 1990 per arrivare ai Backstreet Boys di tempi più recenti; anche in italia abbiamo avuto i Lunapop ma come sempre da noi le tendenze di oltre Manica/Oceano arrivano in ritardo e più attenuate, c’è da dire, in alcuni casi, per fortuna.
I giapponesi che sono sempre avanti hanno pensato di portare all’esasperazione questa tendenza; così invece di faticare per imporre il successo virtuale ad una popstar hanno pensato di accorciare il percorso e creare direttamente una popstar virtuale che vada in contro alle esigenze del pubblico.
Nasce così Hatsune Miku una rock star sintetica creata da Crypton Media. Hatsune Miku è o un avatar virtuale olografico che utilizza un sintetizzatore vocale Yamaha Vocaloid e che sta letteralmente facendo il tutto esaurito nei concerti e sta sbancando il mercato dei DVD e dei Blueray. Il video è davvero autoesplicativo.
Che dire: se devo scegliere fra i cantanti fasulli sfornati da X-Factor o dalla De Filippi e Hatsune Miku… beh l’avatar giapponese è mille lunghezze avanti, anche perchè mi ha fatto venire in mente Macross.
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