Venerdi ero a Napoli con un collega per lavoro, il navigatore mi porta esattamente all’indirizzo voluto solo che mancava il numero civico. Tralasciando il fatto che il numero civico in questione si trovasse in una strada completamente diversa da quella in cui eravamo e che la strada in cui eravamo era esattamente quella in cui avremmo dovuto essere, dopo aver girato in lungo e in largo lungo la via decidiamo di chiamare per farci dare indicazioni. “Mario, ciao sono Angelo, sono qui sotto vicino all’ufficio postale ma non riesco a trovare il civico” e Mario “se stai risalendo la via lo vedi il cumulo di immondizia all’angolo?”  io: “quale quello più grande o quello più piccolo?” Mario: “quello più grande, gira a destra 50 metri trovi un cancello blu entra e sei arrivato”. Surreale? E’ la pura, sacrosanta verità! Oggi leggo Bertolaso che dichiara che a Napoli l’emergenza può considerarsi chiusa, probabilmente si riferisce all’emergenza relativa alla difficoltà di ricerca dei numeri civici a cui è stato abilmente sopperito allestendo discariche di dimensioni diverse agli angoli delle strade da usarsi come punti di riferimento. Ma seriamente si può immaginare di far risolvere un problema del genere a uno che ha già ampiamente fallito più di un anno fa e sopratutto  come diavolo si fa a credere di poter trovare in tre giorni la soluzione a  un problema endemico di una città come Napoli, rilasciare quattro dichiarazioni compiaciute ai giornali e tornare a fare altro?!? Il problema dei rifiuti a in Campania va gestito;per prima cosa va cacciata l’intera classe politica partenopea che da anni governa regione, provincia e comune e successivamente va fatto un piano almeno quinquennale per la gestione dei rifiuti nella regione, prima facendo accordi con le regioni limitrofe per la gestione del corrente e immediatamente dopo  imponendo la raccolta differenziata e costruendo impianti di riciclaggio e inceneritori ed eventualmente predisponendosi a prendere a calci nel culo chiunque ostacolasse i piani di risanamento di una meravigliosa regione come la Campania sia  che fossero organizzazioni malavitose o che fosse  il solito ambientalista d’accatto.

Intanto la foto sopra l’ho scattata al volo col cellulare: è un normale cumulo di rifiuti, nemmeno dei più grandi.

Se sono in libreria e vedo il nome di una donna associato al termine vampiro generalmente passo oltre; questa volta non fate questo mio errore.
Cos’è “Porcaccia un vampiro”?
“Porcaccia un vampiro” è sicuramente un romanzo con un “non morto” fra i protagonisti principali; detto questo non ho nessuna definizione di genere perchè è molto più semplice dire cosa NONè “Porcaccia un vampiro”. NON è (ringraziando gli dei di Kobol) un gothic romance come vanno tanto di moda adesso, NON è un romanzo fantasy, NONè science fiction, NONè un romanzo poliziesco, NON è un thriller, NON è una spy story. “Porcaccia un vampiro” racconta una storia, così come l’ha immaginata l’autrice e lo fa con un umorismo del tutto singolare, una storia che racchiude tutto quello che ho detto non essere il romanzo. Si tratta, alla fine, del racconto della vita di un normale studente universitario, in una normale città di provincia, con i normali problemi di tutti i giorni: pochi soldi, niente donne, tanti guai e poche prospettive; un ragazzo che, a un certo punto, si trova catapultato in un universo inverosimile dove accadono cose apparentemente più grandi di lui, cose che lo portano a scoprire se stesso fino a rivelargli una verità sepolta così bene da apparire irreale anche a se stesso. Andrea non è quello che sembra, non è quello che ha cercato di essere. Andrea è un uomo sorprendente e coraggioso di cui anche un immortale vissuto per oltre 400 anni può innamorarsi.

Leggere “Porcaccia un Vampiro” è un dovere per tutti gli amanti del fantasy e delle suggestioni gotiche ispirate dalle leggende, dalle superstizioni sui vampiri e dal romanzo di Stoker ma, come ho detto, non è un romanzo di genere è può essere letto anche dai fruitori di letteratura cosidetta mainstream.

Reperire “Porcaccia un vampiro” in libreria non è molto semplice trattandosi del primo romanzo di un’autrice semi-sconosciuta, Giusy De Nicolo, pubblicato da una piccolissima casa editrice (Mammaeditori) , ad ogni modo si può acquistare on-line su IBS e ne vale la pena.

Giusy De Nicolo, che adesso sta realizzando Sweet Dream, un romanzo a puntate pubblicato online sul suo blog,  ha anche realizzato un godibilissimo book trailer di “Porcaccia un Vampiro”, invito tutti a guardarlo e a lasciare un commento solidale a Luca, il marito di Giusy, protagonista del video.

Iniziamo questo nuovo ciclo di ucronia.it col Bunga Bunga.

Il Bunga Bunga è secondo lo urban dictionary “Savagely brutal anal gang-rape. Fabled punishment for trespassing on the tribal land of a fictitious African tribe”, il Bunga Bunga è stato anche un grandioso scherzo di Virginia Wolf e di altri ragazzotti dell’aristocrazia britannica fatto un secolo fa alla marina britannica; oggi, però, il Bunga Bunga assume un significato tutto nuovo mutuato dalla “spazzatura mediatica” che si occupa delle vicende del più grande presidente di buon cuore degli ultimi 25 secoli. Secondo la nuova accezione del termine, dunque, il Bunga Bunga, è un’attività importata in italia dalla Libia e praticata dai moderni capi di governo subito dopo cena con il supporto di avvenenti ragazze dai facili costumi. Tale attività viene riportata in alcune dichiarazioni rilasciate alla magistratura di Milano dalla signorina Ruby Rubacuori. Questa povera ragazza diciasettenne, di cui a breve uscirà un libro, coinvolta, suo malgrado,  in alcune vicende torbide che coinvolgono personaggi dello spettacolo ha raccontato dei Bunga Bunga del suo benefattore, casualmente Presidente del Consiglio, che l’avrebbe aiutata, quando, ripudiata dal padre perchè convertitasi al cattolicesimo, le ha evitato di finire su una strada o peggio in galera. Certo si dice anche che l’attuale presidenza del consiglio dei ministri italiana sarebbe intervenuta direttamente sulla Questura di Milano per fa rilasciare la povera teen-ager, ma queste sono certamente illazioni della spazzatura giornalistica. Quello che è certo che il miglio Presidente degli ultimi 2000 anni, pur con i distinguo del caso, ci fa sapere che “…amo la vita e amo le donne. Nessuno potrà mai farmi cambiare stile di vita, faccio degli sforzi massacranti, nessuno mi puo’ impedire di passare ogni tanto qualche serata distensiva”.

Beh detto questo Buon BUNGA BUNGA a tutti o almeno a chi può :-)