Un commento, un po’ in ritardo, sulle assemblee sindacali di lunedi scorso a Fiumicino. Il personale di terra di Alitalia in risposta ai cambiamenti unilaterali dei turni di lavoro da parte di CAI ha indetto delle assemblee sindacali a cui hanno aderito gran parte dei lavoratori, escludendo ovviamente i precari, coloro che con contratto a tempo determinato sarebbero stati volentieri licenziati dal carozzone nazionale. Tornando ad Alitalia, la carenza del personale di terra ha portato alla cancellazione di oltre 100 voli in partenza e in arrivo da Fiumicino creando inenarrabili disagi.
Io ero li, sono entrato in aeroporto alle 15.00, il mio aereo è decollato da Roma all’1.30 per essere dirottato a Brindisi, da dove la nostra solerte compagnia di bandiera ci ha cortesemente accompagnati, con tre meravigliosi pulmann gran turismo, all’aeropoerto di Bari-Palese dove ci aspettava… non ci aspettava un cazzo di nessuno dal momento che non c’era nemmeno un taxi disponibile.
Di chi è la colpa? Secondo Alitalia di quelli scriteriati scioperanti che hanno fatto uno sciopero illegale protraendo le assemblee oltre il dovuto… scene di panico all’aeroporto, battaglioni di carabinieri a sedare le risse, le povere hostess precarie dell’Alitalia sommerse da insulti dopo aver fatto turni massacranti e aver svolto mansioni non di loro competenza, tutto ciò non perchè qualche lavoratore cercava di esercitare un proprio diritto, come hanno detto ma solo perchè Alitalia ha centellinato le informazioni ai viaggiatori e quando le ha fornite, ha dato informazioni quanto meno contradittorie. Il mio volo è stato rimandato più e più volte prima di essere cancellato, ma non a causa del personale di terra, ho saputo dopo, ma semplicemente del fatto che l’aereo non è mai arrivato a Fiumicino, e il suo arrivo era previsto per le 2.05 del mattino. Il secondo volo su cui ho avuto la fortuna di imbarcarmi è decollato con quattro ore di ritardo per l’assenza del personale di terra che, pur rientrato dalle assemblee, doveva far sbarcare tutti gli aerei rimasti sulla pista nelle ore di “sciopero”. Il fatto è che questo Alitalia lo sapeva benissimo ma non si è mai premurarata di comunicarlo ai viaggiatori ma nemmeno alle hostess di terra costrette a fare da filtro fra viaggiatori inferociti e una compagnia aerea a dir poco carente. La beffa finale quando l’aereo è decollato alla volta di Bari per essere dirottato a Brindisi. Tutti a bordo avevano notizie circa la chiusura dell’aeroporto di Bari, ma Alitalia, dalla voce del comandante, che non ha chiaramente mai avuto il coraggio di farsi vedere dai passeggeri, continuava a rassicurare tutti circa l’atterraggio presso Bari-Palese.
Ovviamente se avessi saputo subito che il mio primo volo era cancellato e non dopo tre ore di false notizie avrei semplicemente noleggiato un auto per tornare a casa entro quattro ore, mentre se avessi saputo che il volo decollato all’1.30 mi avrebbe portato a casa alle 5 e mezza del mattino semplicemente me ne sarei rimasto a Roma per decollare il giorno dopo. Di chi è la colpa quindi?

Il mondo politico discute un progetto di legge bi-partisan per abbassare il limite (da 10 a 5 anni) per permettere agli immigrati regolari di votare alle amministrative. La ratio del provvedimento è quella di permettere a gente che, comunque, contribuisce allo sviluppo sociale ed economico del paese di poter prendere parte alle decisioni. Immediate le reazioni dei “partiti” della destra populista pronta a vedere nella possibile estensione del diritto di voto un nuovo attacco dall’interno alla repubblica.

Per come la vedo io, beh il diritto di voto è una cosa seria ed è giusto che questo debba essere concesso solo a chi effettivamente abbia dei legami col territorio e ne conosca le basi e i principali riferimenti storico politici… il mio sogno è una cabina elettorale con un bel chiosco multimediale dove prima di votare ci sia un piccolo questionario per verificare quanto il votante è legato alle proprie radici e alla propria identità… niente di difficile eh, domande a risposta multipla tipo “Chi è il presidente della Repubblica: Silvio Berlusconi, Fabrizio Corona, Giorgio Napolitano”, oppure “Qual’è il capoluogo della regione Lazio: Roma, Lazio, Inter”. Se il cittadino risponde correttamente passa alla scelta del proprio rappresentante altrimenti viene rimandato alle elezioni successive…

E’ notizia di questi giorni che la NASA ha annunciato il ritrovamento di discrete quantità di acqua sulla Luna. L’esperimento è iniziato l’8 ottobre con la sonda LCROSS (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite), che ha lanciato verso il cratere lunare Cabeus, vicino al Polo Sud, un missile, il Centaur, che ha impattato contro la superfice lunare ad oltre 7.000 Km/h. LCROSS, ha potuto così fotografare e filmare i risultati del bombardamento confermando le recenti scoperte della sonda indiana Chandrayaan-1: sulla Luna sono presenti dei quantitativi non trascurabili di H2O. Come l’acqua sia arrivata in quel deserto millnario è ancora da capire, probabilmente a causa dell’impatto di comete con la superficie nascosta del satellite; fatto sta che sulla Luna c’è, incontestabilmente acqua.
L’impatto di una simile notizia è enorme per la ricerca spaziale. La presenza di acqua sulla Luna permetterebbe la creazione di una base lunare permanente in cui l’acqua potrebbe essere usata sia come combustibile che per sostenere la vita sull’arido satellite senza doverla importare a costi altissimi dalla Terra.
Ovviamente l’annuncio della NASA dalla voce del Dr. Antony Colaprete, fra i principali artefici del progetto LCROSS, ha fatto il giro del mondo. Mentre però, praticamente tutto il resto del mondo ha raccolto con entusiasmo i risultati della missione qui in italia, la stolta mentalità provinciale dedita a pizza e mandolino porta a fare delle riflessioni sui costi di una simile ricerca giungendo alle conclusioni che un ritorno sulla Luna sarebbe inutilmente oneroso. Finche a trarre simili conclusioni è un avvocato o un giornalista, tutto sommato, la cosa non mi tange più di tanto, sono invece spaventato a sentire simili considerazioni da gente che lavora nel campo dell’informatica. Non starò a dilungarmi su tutte le ripercussioni che la ricerca spaziale ha avuto e ha sulla vita di tutti i giorni, per quello c’è Google, e non starò nemmeno a spiegare che l’informatica è fra le discipline che più si sono sviluppate grazie ad essa. Quello che voglio sottolineare, invece, è che questo atteggiamento, quello cioè di colui che afferma che invece che spendere soldi a cercare l’acqua sulla Luna si dovrebbe trovare il modo di portare l’acqua a tutta la popolazione mondiale, spiega ESATTAMENTE perchè in italia ormai non si fa più ricerca e chiunque abbia studiato una disciplina scientifica con passione non vede l’ora di fare le valigie per andare a lavorare in una qualunque università del terzo mondo.

Un pensiero sugli anni ’70 prendendo spunto da Life on Mars. Life on Mars è la canzone di David Bowie da cui il titolo di una fra le serie inglesi, fra le più innovative degli utlimi anni. In questi giorni sto, invecem guardando il remake made in USA della serie, tutto sommato nemmeno cattivo per essere un remake fatto dopo poco più di un anno dalla serie originale. La serie è ambientata nel 1973, casualmente il mio anno di nascita e da qualche giorno, vedendo Pierpaolo sempre più presente, non posso fare a meno di pensare che, proprio negli anni 70 avevo l’età di mio figlio e non riesco a non provare nostalgia per quel periodo. Certo non posso dire di aver vissuto pienamente gli anni ’70, ero troppo piccolo, ma ci vivrei adesso, cavolo se vorrei essere nel 1973. Negli anni settanta erano tutti convinti che nel 2000 le macchine, che allora viaggiavano a targhe alterne per la crisi del petrolio, avrebbero solcato i cieli. Oggi quelle stesse macchine non solo non volano, ma viaggiano a targhe alterne semplicemenbte perchè sono troppe.Nel 1973 andava in onda per la prima volta, in Giappone, Mazinga Z, oggi, guarda caso, in Giappone va in onda Shin Mazinger Z-Hen ma non è la stessa cosa. Ovvio Shin Mazinger è più bello(oddio le animazioni non è che siano ‘sto granchè), la storia è più coerente, ma forse allora Mazinga per un bambino poteva essere quasi una credibile ipotesi futuristica, di sicuro generava fiducia in un futuro migliore dove il male veniva sempre sconfitto, oggi… beh oggi è solo un altro cartone animato, se pure molto bello. Io ci vivrei negli anni ’70, quando per fare un tema c’era bisogno del vocabolario e le ricerche si facevano sulle enciclopedie, quando il sapere non era a portata di click e la televisione era la sola finestra sul mondo e aveva pure le sbarre. Ci vivrei non perchè penso che così fosse meglio; no accidenti, ci vivrei perchè l’uomo allora era diverso, migliore, cercava di superare i propri limiti, non c’era il buonismo imperante oggi ne il bigotto moralismo che si contrappone al progresso; in Italia erano tutti un po’ più provinciali, certamente più ignoranti, ma non era colpa loro. Oggi in italia le persone sono colpevolmente ignoranti: tutti noi disponiamo di strumenti inimagginabili solo trenta anni fa ma continuano esserci molti, troppi, analfabeti educati dalla TV non più finestra, per quanto piccola sul mondo, ma strumento di persuasione e propaganda da far quasi credere che i cosidetti manager di questo enorme carrozzone mediatico usino come libro di testo 1984 di Orwell.


La pigrizia e la poca banda in upload mi fanno caricare i video in ritardo, però questo è proprio carino… al compleanno dell’amichetta Greta Pierpaolo si è molto divertito saltando fra giochi e palloncini, oltre ad aver mangiato come un leoncino. :-)