Ogni volta che i giochi a premi come il Superenalotto raggiungono cifre record spuntano fuori i soliti ben pensanti che animati da buone intenzioni sono lì lancia in resta pronti a diendere la povera popolazione inerme dal vizio del gioco e dalla incapacità “psicologica” di far fronte all’improbabile vincita.
Anche in questi giorni che il Superenalotto ha raggiunto il montepremi record di 115 milioni di euro leggo sull’Ansa che il Codacons ha fatto ricorso al TAR per salvaguardare i poveri giocatori indotti a sprecare le loro risorse finanziarie in improbabili sistemi per sbancare il jackpot del Superenalotto proponendo di spalmare i soldi in palio fra i vari premi; intanto un vescovo “propone” addirittura di devolvere il montepremi ai “poveri” terremotati abruzzesi.
Io dal canto mio faccio una considerazione: il gioco del Superenalotto, per come è concepito serve proprio a realizzare possibili vincite altissime, spingendo la gente a giocare sempre di più. Devolvere il jackpot a qualunque causa benefica (i terremotati dell’Abruzzo, poi, hanno già chi li protegge, gli hanno pure recentemente accordato il voto), semplicemente, porterebbe alla fine del gioco oltre che ad infiniti e motivati ricorsi, del resto che senso ha giocare se il premio va in beneficenza? D’altro canto se si voleva spalmare quei soldi fra i vari premi il gioco sarebbe stato concepito così fin dall’inizio. Fare da balia agli eventuali imbecilli che decidono di chiedere i soldi agli usurai nella speranza di vincere i 115 milioni è inutile, anzi da un punto divista darwiniano, direi che è dannoso e controproducente. Dovebbe essere palese che vincere al Superenalotto è statisticamente molto improbabile il che non vuol dire che uno non possa provarci, avere una probabilità su n-milioni di vincere è sempre meglio che nessuna e tutto sommato l’investimento è basso… come? Ah eccolo sento la voce del solito che dice: – Certo l’obiettivo dello stato è quello di invogliare tutti a giocare con la scusa che tanto è il costo di un caffè… ma io sono furbo eh… io non gioco MAI e sistematicamente vinco un euro a settimana, ma voi giocate pure, non c’è miglior contribuente di quello felice di pagare… – Certo complimenti, per questa settimana lei ha vinto due caffè!!! Facciamo così: la prossima settimana il caffè te l’offro io e tu la smetti di rompere i coglioni. Ma cazzo, ci vuol tanto a capire che con quell’euro si compra un sogno?!? Non siamo macchine, con quella schedina in mano puoi sognare di vincere 100 milioni di euro, puoi passare mezz’ora a immaginare cosa ci faresti con tutti quei soldi, puoi vivere la tua ucronìa personale, puoi spostarti in una dimensione parallela dove tutti i tuoi sogni si sono avverati, dove non devi preoccuparti dell’avvenire dei tuoi figli (si però noon fargli guardare tutta quella spazatura in TV, eh!). Detto questo io non gioco mai, non gioco perchè sono pigro e non mi va di andare in ricevitoria, giocherei online se avessero realizzato un software decente; ad ogni modo se vincessi, dopo essermi comprato tutti i Soul of Chogokin, terrei tutto per me ;-PPPP