Il 31 maggio 2010 si chiuderà un’era spaziale con l’ultimo volo dell’Endeavour (STS-133), una delle gloriose navette spaziali USA, gli Space Trasportation System(STS) meglio noti come Space Shuttle, ancora in attività. Il primo lancio di questi veicoli spaziali riutilizzabili e a basso costo, presentati dal presidente Richard Nixon nel 1972, avvenne con il Columbia il 12 aprile 1981, io avevo quasi otto anni e quel lancio lo ricordo come fose ieri. Da allora ho sempre seguito più o meno con attenzione le missioni degli Shuttle; il concetto di nave spaziale che decolla come un missile e atterra come un aereo, il fatto che venisse trasportata “in groppa” ad un B-747, mi ha sempre affascinato molto, da bambino vedevo lo Shuttle molto simile alle Aquile di Spazio 1999. Nel 1986 il disastro del Challenger mi colpì infinatemente di più dell’incidente di Chernobyl, nonostante quest’ultimo riportava alla luce il terrore della bomba atomica, la guerra fredda non era ancora finita e Hiroshima non era poi tanto lontana nella memoria dei miei nonni, che paragonavano i due eventi come se ne fossero stati realmente coinvolti.
L’STS sostanzialmente è composto da tre elementi. Il pricipale è l’Orbiter, la navetta vera e propria con spazio per l’equipaggio e un’enorme stiva di carico in cui è alloggiato il Canadem, una sorta di gigantesco braccio robotico utilizzato per mettere in orbita e per recuperare il materiale. l’Orbiter è dotato di tre motori principali e due motori per le manovre orbitali. Gli altri elementi dell’STS sono i due razzi a propellente solido, Solid Rocket Booster (SRB), che vengono sganciati due minuti dopo il lancio per essere recuperati nell’oceano e un enorme serbatoio di carburante (idrogeno e ossigeno liquidi), External Tank (ET), che alimenta i tre motori principali, Main Engine (SSME), dell’Orbiter e viene sganciato dopo circa otto minuti dal lancio, quest’ultimo è l’unico elemento “a perdere” dell’STS. Giusto una curiosità sul computer di bordo: lo Space Shuttle utilizza cinque IBM AP-101S. Su quattro computer gira uno specifico software denominato PASS (Primary Avionics Software System) sul quinto gira un software diverso denominato BFS (Backup Flight System). I primi quattro computer sono ridondati nel senso che nel caso di guasto di una macchina questa viene esclusa dal controllo di volo dalle altre tre, se si rompe una seconda macchina ci pensano le altre due ad escluderla. La quinta macchina entra in funzione solo nel caso in cui ci sia un crash su PASS che gira simultaneamente sulle altre quattro macchine. Originariamente i computer impiegati sullo Shuttle erano IBM AP-101 sostituiti nel 1990 da AP-101S con una RAM di 1Mb e 1,2 milioni di istruzioni al secondo. Il software è sviluppato con il robusto HAL/S sviluppato negli anni ’70 per applicazioni aeronautiche.
L’orbiter (Endeavour) è lungo 37,24 metri, ha un’apertura alare di 23,79 metri e un peso a vuoto di circa 68 tonnellate con un peso massimo all’atterraggio di 104 tonnellate.
Di STS ne sono stati costruiti sei: Enterprise, Columbia, Challenger, Discovery, Atlantis e Endeavour. Il Columbia e il Challenger sono stati distrutti nei disastrosi incidenti del 2003 e del 1986, l’Enterprise, così chiamato in omaggio ai fans di Star Trek, originariamente si chiamava constitution, non ha mai volato nello spazio ed è stato usato solo per dei test ed adesso è esposto nella sede in Virginia del Smithsonian National Air and Space Museum; restano in servizio Discovery, Atlantis e Endeavour, che compiranno l’ultimo volo nel 2010. Dopo il 2010 la NASA ha in programma di vendere le tre navette per la cifra di 42 milioni di dollari; avevo pensato che in caso di vincita al SuperEnalotto poteva essere un buon investimento ma le navette non potranno essere esportate fuori dagli USA e il compratore dovrà esporre la navicella spaziale in un ambiente coperto e climatizzato. Ad oggi pare che il Discovery sarà acquistato dallo Smithsonian National Air and Space Museum e sarà esposto a Washington. Al Kennedy Space Center è esposto lo Shuttle Explorer, in realtà una replica a grandezza naturale dell’STS, tutto sommato abbastanza accurata e che può essere visitata dai turisti. La foto di sopra è stata scattata da me nel 2005.