Ma che razza di ipocriti. In Italia sono capitate tutte le contaminazioni alimentari possibili per i prodotti di punta della gastronomia del paese (forse l’ultima cosa che si salva dell’italietta), dal vino al metanolo, alle mozzarelle alla diossina e tutti li pronti, giustamente, a minimizzare il problema verso i paesi esteri che bloccavano le importazioni; poi capitano qualche migliaia di casi di intossicazione (su un miliardo e passa di abitanti) in Cina, a causa di adulterazioni del latte con la melammina, e noi, proprio noi ci mettiamo a puntare il dito sui ristoranti cinesi che importerebbero latte di contrabbando dalla madrepatria. Ora io inviterei i giornalisti che parlano di “emergenza latte”, i ministri e i sottosegretari a fare mente locale e a pensare a qualunque pietanza a base di latte presente in qualunque menu di ristorante cinese. Io non ci sono riuscito… sarà perchè di solito prendo involtini primavera, spaghetti di soia con carne, spaghetti alla piastra con verdure, pollo al curry, maiale alla piastra, lichees e grappa di riso e in questa roba non c’è traccia di latte. Del resto la Cina è famosa proprio per le sue esportazioni di prodotti caseari… ma va…
Come se non bastassero i dolori alle articolazioni a ricordarmi che sono vecchio, ci si mettono pure gli amici: non fanno altro che sposarsi o avere figli. Così eccoci qui a festeggiare, oggi, l’arrivo della bellissima Greta.
Finalmente Sandro la finirà di lamentarsi che non sa come passare la giornata e che la notte dorme troppo…eheheh
Certo che un figlio è davvero un grosso impegno, figuriamoci due :-)
Wikipedia ci ricorda che Greta – deriva o dalla versione scandinava del nome Margherita cioè Greta, o dai nomi tedeschi per Margherita cioè Grete, Gretchen, Gretel. Indicava in origine la perla simbolo di purezza e bontà, e poi successivamente passò ad indicare il fiore considerato simbolo di queste virtù. Potrebbe però significare, dal finlandese, ” Regina delle nevi”, oppure, dall’islandese ” occhi di vetro”. – Genenralmente l’onomastico si festeggia per Santa Margherita da Cortona il 16 maggio o il 22 febbraio, ma credo che ce lo faranno sapere.
Nella foto la Greta più famosa: Greta Garbo.
Fra gli interventi per una mobilità sostenibile che i vari comuni italiani stanno mettendo in atto, sicuramente uno dei più visibili è la creazione di nuove rotatorie per sostituire i semafori. Le rotatorie rendono il traffico più fluido, riducono l’inquinamento, hanno minori costi di gestione degli impianti semaforici, insomma sembrano la panacea per il traffico cittadino e non.
Oggi pomeriggio vado a LIDL (ho comprato un magnifico telecomando 8 in 1), non ci andavo da tempo ed ecco sulla solita strada una rotonda; quando ero costretto a fare il volontario durante il servizio civile, dove ora c’è quella rotonda ho dovuto tirare fuori gente dalle lamiere delle auto, quindi bene. Proseguo lungo la strada, cinquanta metri ed ecco un’altra rotonda ma… ma… ma… a che cazzo serve? La rotonda ha soltanto un’entrata e un’uscita, non riesco a crederci. Insomma va bene fare le rotonde ma qui si esagera, basta rotatorie inutili, basta rotonde da 30 cm che creano soltanto più casini e ancora basta con le rotatorie con orribili fontane o sculture di dubbio gusto.
Ah già che ci sono in Italia il codice della strada non dice nulla a proposito delle rotatorie quindi si circola seguendo le normali regole e si da la precedenza a destra se non ci sono indicazioni diverse. In realtà le nuove installazioni seguono il modello francese e quindi ha la precendenza chi circola nella rotonda ma è tutto segnalato.
Ma quanto rosicano… Io sono convinto, l’ho già scritto, che in questo paese se fallisse definitivamente la piccola impresa si risolverebbero tre quarti dei problemi. C’è un’enorme quantità di piccolissime aziende destrutturate, senza specifiche competenze, che pagano (quando si ricordano) i dipendenti in nero o li assumono con contratti che avrebbero fatto la gioia degli industriali del 700 e che non fanno altro che destabilizzare il mercato, facendo concorrenza in ambiti dove non dovrebbero neppure avvicinarsi, svendendo prodotti e servizi a prezzi da cinesi salvo poi non riuscire, ovviamente, a stare dietro alla commessa. Queste aziende sono generalmente guidate da un tuttologo imprenditore generalmente viscido, con le capacità intellettive di un macaco e che rosica come un castoro. Rosica perchè idea comune sarebbe che il macaco sia un benefattore dell’umanità, un dispensatore di posti di lavoro e se ne convince (lui non assume perchè ha bisogno, no… assume per le statistiche sulla disoccupazione eh) e proprio non capisce perchè anche lui, poverino, debba (scandalo) pagare le tasse. Il rosicamento è tanto più energico quando ci sono faccende come quella dell’Alitalia.
Come tutte le aziende di stato l’Alitalia nel corso degli anni è stata gestita in maniera clientelare ed è servita ai vari politici sopratutto come bacino elettorale, ma la compagnia di bandiera rimane, nonostante tutto, una grande azienda dove esistono ancora i sindacati ed è anche un’azienda particolare, un’azienda dove il core business è gestito da una categoria, quella dei piloti, che se ne fotte di perdere il posto di lavoro… eh si non sono schiavi con contratti a progetto ma sono professionisti con una formazione rivendibile in qualunque momento e in qualunque posto, senza contare che se (speriamo) Alitalia fallisse, qualcuno dovrà pur farle quelle tratte. Quindi i piloti e in generale il personale di bordo NON è ricattabile. Da qui l’esultanza dei dipendenti Alitalia al fallimento di un accordo che avrebbe visto non solo più esuberi del necessario ma un peggioramento delle condizioni economiche e di lavoro. Quando il TG5 delle 22.00 propone al macaco (che ha avuto una dura giornata di sbattimenti in giro nella Mercedes in leasing ma non è riuscito a proporre i suoi inutili prodotti/servzi a nessuna azienda pubblica) queste scene di esultanza parte il rosicamento. Ma come si permettono guadagnano 5 anzi 8 anzi 12, anzi 18 mila euro al mese a spese dei contribuenti adesso hanno fatto fallire un meraviglioso accordo ideato dal nostro Presidente… è tutta colpa dei sindacati… sinistri rossi… CGIL…CGlkd…sdssdfkmc…ugh ugh… si alla fine non riesce più ad esprimersi compiutamente tale è l’invidia e la rabbia del macaco. Al castoro non passa minimamente per l’encefalo di trovarsi di fronte proprio a quelle leggi di mercato da lui troppo spesso citate in discorsi da bar, che solo le puttane che carica il venerdi nella Mercedes fingono di ascoltare, stronzate su quanto è stato bravo a creare la sua azienda e sullo stato cattivo che crea degli impedimenti alla sua crescita e meno male che adesso c’è berlusconi e… bla… bla… bla.]]>
Uno dei telefilm indimenticabili degli anni ’80 è certamente “The Greatest American Hero” conosciuto da noi come “Ralph Supermaxieroe” a imperitura memoria dell’incompetenza degli adattatori nostrani. Il telefilm di Stepjen J.Cannnell è durato solo tre stagioni ed era una commedia che prendeva in giro tutti gli stereotipi dell’eroe americano da John Wayne a Capitan America. In tempo di revival ecco pronto un film probabilmente per la TV. La sceneggiatura del remake non è ancora trapelata ma sicuramente avranno una parte (non un cameo) i protagonisti della serie Robert Culp (Bill Maxwell), Connie Sellecca(Pam Davidson) e William Katt(Ralph Hinkley).
Katt dovrebbe avere una parte anche nella terza stagione di di Heroes, ritornando a fare il supereroe in un contesto diverso.
P.S. quella della foto e Connie Sellecca al secolo Concetta Sellecchia protagonista della serie originale