Tornato dalle ferie trovo in ufficio una situazione peggiore del previsto, una settimana d’inferno. A casa, invece, è la settimana in cui togliere l’albero di Natale da restituire all’IKEA in cambio del famoso buono acquisto (vedi Tremate le feste son tornate). E’ l’ultima volta che per Natale decido di utilizzare un albero vero, lo giuro!!! Ho aghi di pino, o meglio Picea Omorica, sparsi per tutta la casa e sono sicuro che ne avrò fino al prossimo Natale, abbiamo spazzato la casa cinque volte e ho, personalmente, intasato due volte la scopa elettrica ma quei maledetti continuano a spuntare da ogni dove. Fra l’altro visto che stavamo pulendo ho spostato un tappeto di bambu che è li da quando abbiamo comprato casa per pulirci sotto e sostituito due quadri che non mi erano mai piaciuti ma che erano li appesi provvisoriamente da tre anni. In pratica ho lavorato molto più che se fossi a lavoro :-)

Intanto il pupacchiotto cresce e ha cominciato a mangiare le pappine scoprendo un nuovo mondo di sapori e svuotando piatti e barattoli di omogenizzato di frutta. Ai tempi miei si mangiava quel che capitava e personalmente ho ingurgitato tonnellate di cervello di bovino e sono felicemente qui a parlarne, adesso non so nemmeno se sia legale venderlo. Per lo svezzamento, nel 2008, bisogna seguire un programma ferreo, come se gli esseri umani fossero mutatti in 30 anni, e per evitare l’insorgere di allergie bisogna somministrare i cibi uno alla volta e secondo un certo ordine… ma vaffanculo va… se fosse per me gli farei provare il salame piccante e la nutella. Mia mamma si è offerta di tenere il piccolo piuttosto che farlo andare al nido, certo economicamente mi coverrebbe anche, ma proprio non capisce che i nonni devono fare i nonni e viziare i nipoti e non possono farlo tutti i giorni; no per lei è solo mancanza di fiducia e io uno stronzo ingrato (che poi è pure vero). E mentre io rifletto su cosa fare con mia madre se, cioè, tentare di farla ragionare o mandarla affanculo, i centri commerciali che frequento ormai come una seconda casa mi informano amorevolmente che sta arrivando il Carnevale.

Da un paio di giorni sto attraversando una fase di pessimismo, dovrei controllare i bioritmi non lo faccio da quando guardavo “I Ragazzi del Computer” e copiai un floppy disk da 5 e 1/4 sul vecchio drive compatibile C=1571 contenente un programmino per C=64 totalmente in basic per il calcolo dei bioritmi; fino ad allora non sapevo assolutamente cosa diavolo fossero e devo dire che anche dopo non me ne è mai fregato niente. Da dove spuntano i bioritmi, ah la mia fase negativa. Troppo lavoro forse o il mio caratteraccio che me lo fa pesare, più probabilmente, ma oggi pensavo a come si è evoluto il concetto di famiglia nel nostro “bel” paese. Non voglio andare troppo indietro, diciamo ai tempi dei miei genitori c’era un papà che lavorava per mantenere la famiglia, una mamma casalinga e due-tre figli che crescevano sereni a casa accuditi amorevolmente. Poi vennero i divorzi e le famiglie distrutte, parlo di metà anni ’80, poi le famiglie allargate metà anni ’90, oggi? Oggi se si decide di mettere su famiglia difficilmente si sceglie il matrimonio e quando lo si fa è una scelta molto più matura e consapevole perchè, fra l’altro, sempre più spesso arriva in tarda età. Il problema è che tutte le tutele sulla famiglia mal si adattano ai cambiamenti di una società in evoluzione; tutt’altro, le leggi in materia sono fatte per un modello di famiglia, che praticamente non esiste più, che è quello dei miei genitori. Solo che da allora di acqua ne è passata sotto i ponti. Negli anni c’è stata una evoluzione delle opportunità femminili nei campi una volta a totale appannaggio degli uomini ma questa acquisizione di “diritti” è stata colpevolmente trasformata in un ammortizzatore sociale. Oggi vuoi per un accrescersi dei bisogni ma sopratutto per una perdita del potere di acquisto dei salari semplicemente, chi appartiene al modello di famiglia di mio padre si ritrova alla soglia della povertà. Chi è tutelato? Chi i diritti gli ha ormai acquisiti ed ormai è vecchio e spesso rincoglionito; una donna che lavora, per esmpio, non ha alcun aiuto da parte dello stato quando ha un figlio, qualche mese di maternità, un relativamente breve periodo di allattamento e poi? Poi molti ricorrono alla famiglia, mamme, zie, nonne per accudire i pargoli e tornare “serenamente” a lavorare; altri che non hanno questa possibilità o che decidono che i parenti non potranno mai dare nessun tipo di educazione ai propri figli devono rivolgersi agli asili nido. Ma esistono asili nido statali? Esistono asili nido aziendali? Ci sono aiuti sotto forma di sgravi fiscali per pagare la retta di un asilo nido? La risposta a tutte e tre queste domande è sostanzialmente: no. (O meglio quello che c’è è altamente insufficente il che, alla fine, fa lo stesso). Lo ammetto, sono alla ricerca di un nido per il cucciolo per quando la mamma terminerà le ferie, ma la cosa non mi fa affatto piacere. Del resto, a chi il post dovesse sembrare leggermente interessato, ricordo che il sito è mio.
P.S. Non ci credo lo stesso ma nell’immagine il mio bioritmo, calcolato su Yahoo, la curva verde rappresenta il ciclo emotivo (sentimenti emozioni) :-)


No non è l’ultima hit degli Squallor come questa foto non è un fotomontaggio. Tutto è solo per mostrare l’ultimo inutile fantasmagorico acquisto votato allo sfrenato consumismo, made in IKEA, mentre Pierpaolo cerca di schivare i taxi gialli. Ecco la, ormai famosa, gigantografia di Time Square. Perchè continuo ad appendermi in casa quadri e foto di posti che fan venire una tremenda nostalgia è un masochistico, profondissimo, mistero.

Non ho mai capito il senso dei saldi. Più volte hanno cercato di spiegarmelo ma non ci arrivo, non capisco perchè debba esserci una regolamentazione precisa dei periodi in cui uno può fare sconti per svuotare i magazzini prima di riassortire, capisco regolamentare i sottocosto ma i saldi proprio no. Comunque resta il fatto che ci sono due periodi dell’anno in cui per l’abbigliamento si possono fare buoni affari e tutto sommato perchè non approfittarne. Non mi era mai capitato però di andare per negozi il primo giorno dei saldi ma quest’anno il primo giorno coincide col sabato e col bimbo piccolo se vuoi uscire tocca andare in un luogo chiuso. Eccoci così diretti al centro commerciale alle due e mezza del pomeriggio:-prendiamo qualcosa al ristorante, sperando che sia ancora aperto, e poi ci facciamo un giro nei negozi visto che ci sono i saldi-.
Arriviamo e già la difficoltà a trovare parcheggio non fa presagire nulla di buono. Entriamo ci dirigiamo al ristorante e… una fila chilometrica per entrare e tutti i tavoli occupati… OK andiamo a MacDonald… almeno due ore di coda. Fanculo andiamo via ci fermiamo in un self service che chiude appena entriamo; mangiamo gli ultimi due hamburger con patatine rimasti (buoni però) e decidiamo di passare da quel negozio alla zona industriale che avrà i cappotti in saldo. Anche li un casino di gente, tutto al 50% ma mezz’ora di coda per pagare. Troviamo l’agognato cappotto, andiamo alla cassa per scoprire che la gente spendeva anche più di mille euro di abbigliamento (no non eravamo ad un outlet di Armani). Ora vabbè che ci sono i saldi ma francamente sei sicuro che ti serva tutta la roba che hai preso?
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Un riccone avaro e vecchio dice: ahimè così non và vedo nero nello specchio chissà come finirà…”ah la crisi…mmh la crisi mmmm”
Ma cos’è questa crisi…ma cos’è questa crisi…
Cali fuori il portafogli metta in giro i grossi fogli e vedrà…che la crisi finiràà!!
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HeroesNei mesi scorsi Italia 1 ha trasmesso la prima stagione di un nuovo telefilm americano: Heroes. Finalmente complici le “vacanze” (vabbè meglio non toccare questo tasto, fanculo) natalizie e una maggior rilassatezza ho, anzi abbiamo (io e la mogliettina), cominciato a vederlo. Se è pur vero che avevo evitato accuratamente di leggere recensioni complete, da quel poco che mi era arrivato di sfuggita dai ng avrei giurato fosse una squallida rivisitazione dell’universo Marvel e DC in chiave televisiva. In realtà se è pur vero che ci sono tutte le classiche capacità dei super eroi dei comics americani, la storia è sufficientemente originale e le ambientazioni come anche lo studio dei personaggi sono molto complesse e fanno il verso alle ultime produzioni fumettistiche di oltre-oceano. Ad ogni modo, contro ogni mia aspettativa, la serie è meravigliosa.
A voler buttare giù una veloce sinossi: ad un certo punto della storia alcune mutazioni del DNA umano fanno si che un certo numero di individui scopre possedere delle capacità uniche (si esattamente come X-Men). Ognuno di loro reagisce a suo modo e se qualcuno pensa che queste nuove capacità gli siano state donate dal destino per salvare il mondo, altri diventano criminali in cerca di potere (si si come X-Men) ed altri ancora sono spaventati, si sentono dei mostri e non riescono a controllare le nuove capacità. Tutti questi super-uomini sono legati da un filo narrativo che li porta ad incontrarsi e a dipendere l’uno dall’altro e se mentre un genetista indiano li sta cercando per studiarne le capacità uno di loro sta cacciando gli altri per ucciderli e assorbirne i poteri e su tutti aleggia l’ombra di un’organizzazione segreta che li osserva e li manipola per scopi sconosciuti.
Nella serie spicca, volutamente, il personaggio di Hiro, un otaku giapponese, che scopre di possedere la capacità di manipolare il continuum spazio-temporale e che fra gag comiche e richiami alla cultura nipponica è sempre al centro della serie. Nei vari episodi ci sono infiniti richiami ad altre serie di fantascienza, a fumetti e a film che rendono il telefilm ancora più godibile. Ho il sospetto che Heroes sia però stato sponsoriozzato dalla Nissan :-)