La nuova, vecchia NCC1701 senza A,B,C,D,E... Il successo di Star Trek è sempre stata l’Enterprise. Mai nella storia della fantascienza ad una nave è stato dato un nome più evocativo di quello. L’Enterprise nel corso di oltre trent’anni è stata, per i fan di una serie TV, una specie di icona, ha rappresentato un luogo della mente a cui tornare. Ecco dunque che Deep Space 9 pur essendo la migliore fra le serie Trek non ha avuto l’appeal della serie classica e di Next Generation, mancava l’Enterprise ed ecco il perchè di Voyager prima e di Enterprise poi; ci vuole una nave, un punto fisso e allo stesso tempo in grado di spostarsi fino a dove nessun uomo è mai giunto prima. L’Enterprise, quella classica, rappresenta un luogo immaginario dove esiste una società utopica. Una società, quella creata dal compianto Gene Roddenberry, in cui il bene e il male hanno ruoli ben distinti e definiti e non ci sono zone grigie di confine, e tutto molto semplice, netto, rilassante. Sull’Enterprise non c’è il collega invidioso che vuole fregarti la promozione e se c’è è da tutti inviso e non elogiato per la sua scaltrezza. Kirk è il comandante per le sue capacità e _nessuno_ lo mette in discussione, quello che dice è legge, non perchè incuta timore o paura e nemmeno per il rispetto dovuto ai superiori ma solo perchè ha dimostrato, infinite volte, che quello che dice e fa è giusto e se decide di infrangere la prima direttiva ci sarà un motivo e se dovrà pagare le conseguenze delle sue azioni non cercherà mai di dare la colpa a Uhura.

Rieccoci nuovamente al cinema per un nuovo film, l’undicesimo, ambientato nell’universo della Federazione Unita dei Pianeti… questa volta assisteremo ad un nuovo prequel o meglio ad una nuova storia ambientata prima che il Capitano Kirk diventasse leggenda. Nuovi attori interpreteranno le vecchie conoscenze della serie classica, avremo un nuovo capitano Kirk, Zacary Quinto dhe dopo Sylar di Heroes interpreterà Spock e sopratutto tornerà, con la magia dei moderni effetti speciali, l’Enterprise, quella vera, dalle forme semplici e geniali senza l’NX del prototipo e senza lettere dell’alfabeto dopo il nome; il tutto sotto la direzione di J.J. Abrams che francamente, da Alias a Lost, non mi ha mai entusiasmato più di tanto. Rumors dicono che la serie rispetterà il più possibile i canoni della timeline classica, senza avvenimenti improbabili come per Enterprise. Il fandom è concorde nel dire che Star Trek XI avrà due sole possibilità o rilancerà il merchandise portando magari ad una nuova serie o distruggerà semplicemente quello che rimane dell’universo di Gene Roddenberry. Io credo che il film potrà pure essere mediocre ma che Star Trek non finirà qui.

Non mi fido: a prescindere. Non mi fido di ciò che non posso controllare perchè non ne ho il tempo o le capacità o tutte e due. Sono permaloso e mi incazzo quando mi fanno notare i miei errori, e mi incazzo sostanzialmente perchè non me ne ero accorto. Non mi capita spesso di fare sbagli, quasi mai a dire il vero, ma ultimamente ci sono troppe cose da controllare e poco tempo per farlo, poi non ne ho voglia. E’ questo il vero problema: lo scazzo. Troppa gente è fancazzista e troppa altra si fa il mazzo per compensare, e io, che mi trovo nel sottoinsieme sbagliato, sono stufo. Stufo marcio di passare per fesso, stufo di non avere il tempo per leggere o scrivere due righe se non la sera tardi quando la stanchezza, la svogliatezza e il pessimismo mi portano spesso ad avere toni pesi e tetri. In fondo, tutto sommato, non va poi così male il problema è solo il valore medio del Q.I.
Ultimamente IE7 si blocca a minchia…. mmmh non è un buon presagio, proprio no.

Silverlit X-Twin Preso da un nuovo attacco di consumismo e complice una precoce crisi di mezza età, che invece di risolversi con una bagascia ha resuscitato il fancullino che avevo fatto fuori ai tempi di Pascoli, dopo il Picooz classico e il Picooz Apache ecco la mia ultima acquisizione nel campo dell’intrattenomento ludico l’X-Twin.

L’X-Twin, come il Picooz è un prodotto della Silverlit ed è in pratica un aereo radiocomandato, spinto da due motori ad elica posteriori con comandi via radio (al contrario del Picooz cha ha un trelecomando a infrarossi). A differenza degli elicotteri è praticamente impossibile far volare l’X-Twin in casa (a meno di vivere in un grande loft), è troppo grosso e veloce, appena decolla si schianta contro qualcosa prima di poter fare qualsiasi tentativo di controllarlo, ma non dispero nel week-end di fare un giro in un parco con la scusa di far prendere aria al pupo.

Dopo la notizia di un imminente possibile attacco al giappone da parte di astronavi aliene ostili (vedi Allarme UFO), evidentemente, il governo giapponese ha incaricato la Japan Science and Technology Agency (JST), di stimare i costi per la costruzione di una forza d’attacco costituita da Mobile Suit da combattimento al suolo prendendo spunto dall’RX-78 Gundam. I risultati, che sono riportati nel sito Science Portal facente capo alla JST sono chiari. E’possibile costruire un mobile suit al costo di soli 730 milioni di dollari escluso l’armamento, molto meno di un bombardiere B2. Il mobile suit sarebbe alto 18 metri e non sarebbe in grado di volare. Il suo sistema principale sarebbe governato da un supercomputer IBM Blue Gene e i materiali di costruzioni non sarebbero la lega di Gunadrium, frutto della fantasia di Tomino, ma una speciale lega di alluminio. Il robot sarebbe spinto da sette motori General Elettric, gli stessi usati negli elicotteri d’assalto Apache e da 30 servo motori da 400 Kw per le varie articolazioni. Uno dei problemi più grossi, secondo lo JST, sarebbe tuttavia il peso del robot che con le sue 43 tonnellate sprofonderebbe ad ogni passo a meno che non si appoggiasse ad una base piramidale. Per ovviare all’inconveniete la JST ha progettato un design con più zampe denominato Hallucigenia 01.

Tata NanoIn questi giorni al salone dell’automobile di Nuova Delhi è stata presentata niente meno che da Ratan Tata l’auto che dovrebbe rivoluzionare il concetto di mobilità nei paesi emergenti: la Tata Nano. Ora quest’auto ha scatenato un vero e proprio caso mediatico con tanti commenti cretini da parte dei vari sedicenti esperti che davvero non se ne può più.
Ora il concetto di automobile dalle nostre parti non è molto legato alla mobilità. Per noi italiani e più in generale nella parte ricca del mondo, l’auto è ormai considerata uno status symbol e deve avere certe caratteristiche. Poi il marketing ci fa credere che siano indispendabili le cinque stelle euroncap, e scarozzare un bambino magari in una vecchia Panda è considerato tentato omicidio colposo con l’aggravante della giovane età. In realtà mio padre da piccolo aveva una NSU Prinz 4L: serbatoio anteriore, trazione posteriore, motore di 598cc per 30 Cv e una velocità massima di circa 110Km/h. Io ci sono cresciuto dentro quella macchina e non ricordo di essere mai morto eppure dubito che avrebbe passato un qualunque moderno crash test. Fra l’altro ho personalmente avuto per qualche anno una Panda 30 con simili caratteristiche e sono sopravvisuto pure a quella. QUal’è (si lo so che la maestra dice che non ci sta l’apostrofo ma sbaglia) il punto? Il punto è che un’automobile con caratteristiche simili alla Tata Nano è una manna dal cielo per tutti i paesi in via di sviluppo visto il costo di 2500 dollari e potrebbe cambiare l’economia di molti centri come fece la Fiat 500 da noi o la Ford T in USA. Ora sento i vari ambientalisti dire che una macchina che, potenzialmente, potrebbe essere acquistata da un miliardo di persone ciporterebbe ad un incremento enorme dell’emissioni di gas tossici (quali gas, quanto sarebbe l’aumento e quali sarebbero i danni per l’ambiente ci viene tuttavia celato e comunque perchè agli indiani o a Ratan Tata dovrebbe fregare qualcosa non è dato sapere), poi i propritati di orrendi SUV che si preoccupano della sicurezza dei poveri indiani dicendo che il serbatoio anteriore potrebbe esplodere in caso di urto o peggio e infine queli che si preoccupano, giustamente, delle condizioni di lavoro degli operai delle fabbriche che producono la Tata (che adesso stanno strumentalmente manifestando) ma che pensano a dove vengono assemblate le auto dei vari blasoni e non si preoccupano delle condizioni di lavoro di quelli che producono i tanti manufatti importati dalla Cina e rivenduti a costo centuplicato dalle nostre aziende. Ovviamente se la Nano dovesse arrivare da noi io non la comprerei mai, ma solo perchè per entrare nel nostro mercato dovrebbe avere una serie di accessori inutili e tanta elettronica e si distorcerebbe il concetto di auto semplice facendo lievitare il prezzo ad almeno 4500 Euro. Poi però siamo tutti a lamentarci che le macchine costano care.