Ne hanno parlato giornali e TV, si troverà certamente in tutti i blog ma non posso non parlare di Bigdog, un progetto di ricerca finanziato dal DARPA(Defense Advanced Research Project Agency) agenzia della difesa USA e realizzato dalla Boston Dynamics azienda specializzata nella realizzazione di sistemi robotici. Bigdog che è lungo un metro, alto 70cm e pesa 75 chili è spinto da un motore monocilindrico a benzina che gli consente di muovere le zue zampe articolate come quelle di un qualunque quadrupede. Il filmato che si può vedere nel sito è davvero impressionante: Bigdog si muove alla velocità di 4 miglia orarie su qualunque terreno anche ghiacciato, è in grado di arrampicarsi e pure di fronte al tremendo calcione assestatogli nel video riacquista subito l’equilibrio. Un po’ effettivamente somiglia all’AT-AT, il quadrupede di Guerre Stellari e sebbene, si possano vedere sviluppi inquietanti anche per Bigdog (già immagino un Bigdog un po’ più grande, in grado di galoppare, dotato di sistema automatico di ricerca del bersaglio e armato con un M61 Vulcan appossitamente modificato) resta davvero prodigioso.
Stiamo assistendo in questi mesi ad un incremento progressivo del prezzo del petrolio e di riflesso dei costi dell’energia. L’economia occidentale, è inutile nascondersi dietro ad un dito, si basa sugli idrocarburi. Se è vero che fino ad ora le crisi petrolifere sono sempre state generate da problemi politici o da speculazioni economiche è inevitabile considerare che ormai si è giunti o ci si sta rapidamente approssimando, al punto di flesso della produzione mondiale di petrolio e, complici anche la crescita economica e produttiva dei paesi del sud-est asiatico, la domanda globale è in costante aumento. In poche parole il petrolio sta finendo ed è il caso di prepararsi qualche alternativa. Il sistema economico, in particolare nei paesi occidentali, finora ha considerato l’energia prodotta dagli idrocarburi virtualmente inesauribile generando un modello sociale basato su questo. Lo stesso concetto di libertà personale, paradossalmente è basato sul petrolio. Oggi non è raro che il posto di lavoro sia cinquanta-cento chilometri dalla propria abitazione, ma chi si deve fare al massimo un’ora di macchina per andare a lavoro raramente si considera pendolare e mai usa il mezzo pubblico se non costretto. Sono dunque libero di scegliere dove abitare come sono libero di farmi 60 km la domenica pomeriggio per andare al nuovo mega centro commerciale. Se penso che mio nonno si spostava dal paesello solo raramente e quello era considerato un evento non posso non considerare queste come conquiste di libertà, libertà però ora minacciata non da sangunari terroristi ma dal fatto di derivare direttamente da un modello di sviluppo basato su una risorsa solo virtualmente infinita.
La crisi a cui andiamo sempre più velocemente incontro rischia di mettere in discussione l’intero way of life della nostra società e ad oggi non sembrano esserci soluzioni credibili per risolvere il problema e mantenere lo status quo. Dunque l’unica soluzione sembrerebbe quella di modificare il nostro modo di vivere nel senso di evitare gli sprechi anche se tutti i media, continuamente, da almeno trenta anni cercano di far passare il messaggio opposto. Evitare gli sprechi a tutti i livelli deve passare come messaggio “etico” non solo per attuare un deciso risparmio energetico ma per contrastare una cultura economica basata su indicatori incompleti come gli indici riferiti alla produzione e al consumo, non può passare il messaggio che spendere serve a far girare l’economia, non è possibile che flotte di camion trasportino acqua imbottigliata da Nord a Sud e viceversa, non è possibile dover progettare telefonini biodegradabili perchè la loro vita utile è sempre più
breve solo in quanto sorpassati dalle mode. Si badi non sto proponendo di rinunciare al proprio modo di vivere e nemmeno di rinunciare al supefluo(io sono notoriamente il re dei gadget inutili) ma solo di razionalizzare i consumi essendo attori consapevoli delle proprie scelte senza farsi influenzare dal voluttuario eletto a necessità vitale ma senza rinunciare alle cose che ci piace fare.
“Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”.
All’età di 90 anni ci lascia uno degli autori più noti di SF. Nelle scorse ore si è spento, all’Apollo Hospital di Columbia, nello Sri Lanka,dove viveva dal 1956, Sir Arthur C. Clarke. Nato nel 1917 in Inghilterra era stato un ingegnere radar nell’esercito di Sua Maestà durante la II guerra mondiale. Dopo la guerra cominciò a scrivere saggi sientifici e oltre 80 romanzi fantascientifici ipotizzando nel 1945 i satelliti geostazionari e immaginando negli anni 50 gli ascensori orbitali. Clarke è anche l’autore di quel 2001 Odissea nello Spazio trasposto al cinema da Stanley Kubrick. Ultimo suo romanzo vedrà la luce in questi giorni è “L’Ultimo Teorema” scritto insieme a F.Pohl.
OK OK lo so, lo dicono tutti, lo spam andrebbe combatturo e non incoraggiato, ma per lo meno questo è mirato e comunque mi ha fatto tanto ridere in una giornata dove credo di aver battuto il mio record personale di pensieri omicidi :-) e poi è bello pure il logo.
Mi arriva or ora per e-mail quanto segue:
CAMPAGNA ABBATTIAMO UN UFO ORA!
FRANCIA, GRAN BRETAGNA, RUSSIA HANNO APERTO I LORO ARCHIVI:
GLI UFO ESISTONO !
MA LA LORO ORIGINE E’ EXTRATERRESTRE ?
AIUTACI A DARE UNA PROVA CONCRETA PER IL PROGRESSO DELL’UMANITA’
FIRMA E PREPARATI ALLA PIU’ GRANDE SCOPERTA DEL 3° MILLENNIO!
Chiediamo all’esercito dell’ONU di preparare una missione per abbattere un UFO che violerà il nostro spazio aereo senza la necessaria autorizzazione diplomatica!
FIRMA LA PETIZIONE INTERNAZIONALE SU
Sul sito si invita l’ONU a preparare una missione e a tenere un caccia Stealth pronto ad abbattere un UFO in ogni paese e a firmare la petizione on-line
Settimana intensa per il piccolo mostro iperattivo. L’altro giorno a bordo del mitico Chicco 4 non aveva allacciato le cinture di sicurezza e ha deciso di sporgersi dalla macchinina per guardare da vicino il pavimento: ci è riuscito capottandosi con tutto il Chicco 4. Giovedi per poco non si tuffava da fasciatoio e oggi si è fatto tutto il lettone (che fra l’altro è di una misura fuori standard più grande del solito due piazze) per tentare di suicidarsi gettandosi. Per fortuna quando abbiamo comprato la camera da letto presi dalle mode etnico-orientaleggianti abbiamo scelto un letto poco più alto di un tatami e quindi per il piccolo solo un secondo spavento. Il problema è la mamma che ha sempre più capelli bianchi in testa e non è un bel vedere :-)