Da che si vede che sono in ferie? Facile sono più rilassato e spensierato e questo lo si nota subito da come spendo facilmente i soldi in cazzate. Così, questa mattina, siamo stati nel Toy Center in un nuovo centro commerciale in estrema periferia, principalmente per fare un giro, ma anche per fare scorta di liofilizzati e omogeneizzati da dare al pupo in vacanza. Nel negozio, dopo essere riuscito ad evitare di comprare la stazione di polizia della Lego, Monica dice che non è adatta al pupo che ha meno di sette anni (ma io ne ho di più :-( ), vedo, fra i giocattoli, fare bella mostra di se niente meno che un Picooz Insecta, fra l’altro in offerta. Inutile dire che il nuovo zanzarino è finito subito nel carrello ed ora è a fare compagnia al Picooz standard e al Picooz Apache (che ha un grosso problema al rotore di coda, sigh). A differenza degli altri Picooz, l’Insecta ha più parti in plastica che lo rendono pesante quasi come l’Apache che però è più massiccio e ha la presa per il caricabatterie nella parte inferiore e non sul lato sinistro; per il resto si comporta esattamente come gli altri Picooz e quindi con un po’ di pratica si riesce a farlo atterrare sulla testa di Pierpaolo :-)

Tre termini una motivazione per introdurre l’uniforme scolastica simbolo d’ugualianza per ragazzi e ragazze, che vestiti da pagliacci, nasconderanno pance flosce, piercing e perizomi sotto l’uniforme scolastica. Ma non finisce qui insieme al grembiule, il regio decret…ehm… il disegno di legge ripristina il sette in condotta per combattere il bullismo. Così finalmente quando la ragazzina vorrà mostrare le tette alla cam del cellulare e mandarle via bluetooth ai compagni di classe potrà essere giustamente punita con un bel sette in condotta e una quasi certa bocciatura. Provvedimento che verrà, ovviamente, impugnato dai comprensivi genitori che ricorreranno al TAR per ottenerne la sospensione in quanto la figlia è una vittima della società dei consumi e dei modelli imposti dalla TV.
Non ho mai sopportato il grembiule, nemmeno quando lo dovevo mettere a scuola con quel ridicolo cravattino colorato simbolo della classe, all’epoca non conoscevo la definizione ma la giudicavo già una stronzata fascista (e meno male che il grembiule non era nero) e cercavo ogni occasione per strapparmelo di dosso; quando rivedo le foto delle elementari mi viene la nausea e capisco perchè non sopportavo la scuola e non vedevo l’ora di passare alle medie. Ogni nuovo governo, chissà perchè, fra le prime azioni, deve riformare la scuola con provvedimenti, nella migliore delle ipotesi, totalmente inutili e anche questa volta non si è fatto eccezione; non vedo l’ora, tuttavia, di vedere i nuovi grembiuli glamour dei nostri stilisti… chissà cosa tireranno fuori Dolce e Gabbana.

Il 4 ottobre 1957 l’URSS manda in orbita lo Sputnik, il primo satellite artificiale ad orbitare attorno al nostro pianeta. Tutto ciò prese gi USA in contropiede e li spinse a perpretare quella corsa allo spazio che negli anni 60 e 70 ha visto compiersi veri e propri miracoli, anche considerando i mezzi dell’epoca. Così in pieno gelo nei rapporti USA-URSS il 29 luglio 1958, esattamente 50 anni fa, nasceva la NASA, l’ente spaziale americano, un enorme struttura scientifica finanziata col denaro pubblico con l’obbiettivo di raggiungere la nuova frontiera, lo spazio. Gli anni ’60 vedono Kennedy promettere che il primo uomo sulla Luna sarebbe stato americano e per raggiungere il risultato vengono aumentati i fondi della NASA fino all’1% del PIL Americano e il 21 luglio 1969, come aveva promesso il presidente Kennedy Armstrong mette sul terreno polveroso del nostro satellite il primo piede yankee.
Da allora la strada della NASA è tutta in salita, c’è la crisi economica e gli interessi dell’opinione pubblica non sono più rivoi alle stelle, gli allunaggi quotidiani sono quasi noiosi e il programma Shuttle non ha, tutto sommato, raggiunto gli obbiettivi sperati e si lasciato dietro una luna scia di morti, oggi c’è chi come me spera in un rilancio della NASA e della corsa allo spazio, ma sono di più quelli che, molto più realisticamente, preferiscono spendere soldi pubblici in programmi di rilancio delle finanze personali.]]>

Domenica sera, fine di un bel week-end e domani si torna a lavoro; cosa meglio di una bella riflessione sui tempi andati. Ieri sera sono stato dai miei per l’onomastico di mia madre, da sempre tutte le feste estive a casa dei miei genitori si festeggiano all’aperto sul grande balcone della cucina ieri sera no, eravamo tutti in sala da pranzo attorno al tavolo a goderci il clima artificiale del condizionatore. Ma la cosa peggiore e che più tardi verso le undici, quando siamo andati via, ho dato uno sguardo al palazzo e i balconi erano deserti, mancava il chiacchiericcio e non c’erano gli uomini in canottiera a fumare una sigaretta e godersi il fresco della serata estiva… un altro segno dei tempi, tutti,in casa davanti alla sempre più squallida TV con i doppi vetri e gli infissi a taglio termico a tenere fuori il mondo e permettere di vivere le storie inventate per qualcun altro.

Ogni tanto una buona notizia per gli amanti dei telefilm. Dal 14 luglio è nata Rai 4, naturalmente sul digitale terrestre ovviamente con un budget limitato rispetto alle tre reti di stato ma sicuramente con un palinsesto infinitamente migliore e in ogni caso free, si vede quindi anche con un decoder da 20 euro. Ad oggi ho visto alcuni episodi di Alias, Blossom, Dream On, Felicity, tutte serie già viste, ma anche Veritas, Threat Matrix, Sports Night,Day Break, Six Degrees e What about Brain che credo siano in prima visione in Italia. Inoltre mi è capitato qualche film che non avevo visto tipo Final Destination 2. Il canale è disponibile sul digitale terrestre sul Mux Rai A e viene sintonizzato sul canale 19.