Equilibrio precarioLeggo i giornali e trovo i politici (tutti i politici) raccontare la balla che il lavoro deve essere flessibile e che una persona nella vita deve cambiare più di un impiego salvo poi alla pagina accanto trovare la notizia di un uomo di 39 (dico 39 non 59) anni che tenta il suicidio per non essere riuscito a trovare lavoro (nemmeno come lavavetri) dopo averlo cercato in tutte le fabbriche della sua zona (non a Reggio Calabria eh ma a Torino). Ora al di la del caso specifico mi sembra che in Italia ci sia una vera e propria emergenza lavoro nonostante le statistiche che spacciano per impiegate persone con contratti di lavoro quasi giornalieri. In realtà, poi il problema, non è tanto il non trovare un impiego quanto il riuscire a trovarne uno stabile e con un salario dignitoso.
Si parla tanto di gente che resta a casa fino a quaranta anni additandoli come di bamboccioni incapaci e mammoni… si certo. Il punto è che mentre quando mio padre aveva la mia età il valore di acquisto del suo stipendio consentiva di mantenere molto più che dignitosamente una famiglia di quattro persone ora solo per poter pensare di pagare un affitto e avere tre pasti al giorno è necessario lavorare in due; per cui i single o sono molto fortunati, o vivono come studenti in case-comune(sperando nel rinnovo del contratto) o rimangono a casa coi genitori (che è certamente la scelta più comoda) e non sto parlando di gente senza competenze ma di ragazzi laureati e con esperienza infinitamente maggiore a quella dei propri genitori (vabbe’ c’e’ anche una folta schiera di cretini ma questo è un altro discorso). Il punto è che la famiglia come ammortizzatore sociale assolve un ruolo che dovrebbe essere proprio dello Stato che invece utilizza le pensioni erogate alle passate generazioni per sostenere un sistema che si poggia su un circolo vizioso destinato inesorabilmente a implodere. E si torna al problema principale: non solo non dovrebbe essere consentito alle aziende l’utilizzo di contratti pazzeschi (Cocopro e similia…gli strumenti per la flessibilità tutelando i lavoratori ci sono sempre stati e non serve ulteriore estro creativo) ma dovrebbe essere garantito un salario commisurato alle competenze delle persone oltre che al costo della vita. Non si è mai visto che una persona che decide di cambiare lavoro (cercando di applicare, questa volta, a proprio favore la famosa flessibilità di cui tanto ci si riempie la bocca) non riesce ad avere che offerte per un salario più basso del precedente ridicolo già di suo…(caso reale) e francamente non mi frega nulla che le aziende dovendo GIUSTAMENTE pagare una serie di tasse e contributi non possono permettersi di assumere un lavoratore con contratti normali e con uno stipendio dignitoso… che chiudano tutte queste srl farlocche e la si pianti una volta per tutte con la storia che l’Italia basa la propria economia sulle piccole e medie aziende o tanto vale che si vada tutti a lavorare in Cina visto che, come lì, la competizione in Italia non si fa sulla qualità del prodotto ma cercando di comprimere le spese di produzione.

.Max HeadroomIeri sera guardavo l’episodio dal titolo “John Quixote” di Farscape (che fra l’altro è abbastanza noioso come tutta la quarta stagione finora) e in varie scene c’e’ un richiamo esplicito ad un altro telefilm di fantascienza degli anni ’80: Max Headroom. Mi è tornato in mente lo scenario in cui è ambientata la vecchia serie: siamo in un futuro non troppo lontano e i network televisivi hanno un potere enorme. Sulle TV è vietato avere il pulsante di spegnimento, le stesse elezioni sono di fatto controllate dallo share dei vari network e i programmi e gli spot inducono nella gente dei comportamenti prevedibili utilizzando messaggi subliminali per controllare i pensieri e le azioni dell’intera popolazione mondiale; insomma appena un po’ peggio di adesso. A questo punto mi viene in mente che qualcuno mi ha detto, riferendosi ai due miei ultimi post quissù:-il cinema no, la TV no cosa rimane?- Ecco effettivamente a pensarci bene non rimane nulla (oddio nulla nulla ancora no). Con una scusa o con un’altra, in un modo o nell’altro i media controllano le persone basti pensare alle campagne pubblicitarie martellanti che ci inducono non solo a comprare determinati marchi ma anche e sopratutto creano dei falsi bisogni o a programmi insulsi che propinano valori di plastica e modelli di comportamento oggettivamente discutibili. Il problema che si pone, dunque, è chi effettivamente guidi questi media: multinazionali, politici, pubblicitari… alla fine credo che non si possa definire univocamente chi sia il controllato e chi il controllore salvo che tutti sono d’accordo nell’imbrigliare qualunque possibile voce dissenziente. Ed ecco che nascono leggi e leggine per poter controllare qualsiasi cosa utilizzando la paura per far passare aberrazioni giuridiche degne del diritto di periodi bui e se ancora non è stata ripristinata la caccia alle streghe è solo perchè ce ne deve essere qualcuna che va a letto con qualche sottosegretario

Fine TrasmissioniOrmai non guardo più la TV, non è una scelta talebana, è solo che ritengo superato il medium: ci sono fonti di informazione più attendibili e fonti di video-intrattenimento fruibili attaverso canali alternatvi in maniera più godibile e con minori mediazioni culturali. Un esempio di quanto sto dicendo è capitato proprio in questi giorni con la faccenda del Vaffanculo day lanciato da Beppe Grillo sul suo blog. Non ho seguito la vicenda se non attraverso i commenti sui gruppi di discussione ma da quanto mi è parso di capire, forse per la prima volta, un evento mediatico è nato su un media diverso dalla televisione; questa volta il tubo catodico (anche se ormai sono tutti LCD di infima qualità) si è dovuto accodare, ha dovuto riprendere l’evento invece di crearlo. Certo la TV è riuscita ad appropriarsi della notizia a farla sua ad alimentarla e a creare il V-Day e riuscita in qualche modo a salvare il salvabile, a rimettere insieme i cocci e a rimanere protagonista ma l’evento, se di evento si può parlare, è stato inventato da qualche altra parte. Ora, da qui a pensare di considerare i blog una fonte di informazone o peggio ancora uno strumento in grado di indirizzare le masse ce ne passa, la stessa internet nel formato attuale non è in grado di entare nelle case se non mediata da altri strumenti: è un medium ancora troppo artificioso, ci sono troppi cavi, troppo hardware, troppo software e del resto anche quando i problemi di configurazione saranno superati sarà solo lo specchio della società con cui vorrà rapportasi e sarà popolata da imbecilli, fenomeno che già adesso è in fase di crescita.

RobotechQualunque cosa si dica con un bimbo di due mesi si possono fare un sacco di cose: lo porto ai concerti rock (tanto casino per casino), lo porto a mangiare fuori, andiamo al mare, in centro, ovunque…una delle poche cose che non si può fare è andare al cinema… eh si al cinema, purtroppo se non gli piacesse il film lui protesterebbe vigorosamente e credo che non tutti sarebbero felici di sentie le urla strazianti di un bambino di due mesi durante una scena d’amore… Il fatto è che, oggi comeoggi, la probabilità che un film possa non piacere a mio figlio è sempre più elevata. Il giorno prima che nascesse siamo andati con la mamma a vedere i Transformers, una vaccata ricca di grafica FX ed effettivamente dai calci che tirava non mi sembrava avesse gradito. Ora scopro che, sulla scia dei Transformers, vogliono fare un film su Voltron, uno dei più insulsi anime robotici che abbia mai visto e come se non bastasse pensano persino di portare sul grande schermo Robotech (dopo che in USA hanno rovinato i vari anime già negli anni ’80). Se si aggiunge il remake cinematografico, già tristemente annunciato, di Masters of the Universe (che già faceva schifo di per se) credo che dal fatto di non poter andare al cinema per un po’ non posso che trarne giovamento.