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Da TOBIA
Dopo
un periodo iniziale, nel quale l’espressione era legata uni-camente
alle sensazioni del momento, nacque il desiderio di or-ganizzare
le poesie in un unico contesto tematico. Ne scaturì una raccolta
basata sul dualismo clown - uomo qualunque, nata da un sentimento
di profonda ammirazione per quell’attività, o meglio per le persone
che la esercitano, quantomeno per l’immagine più o meno stereotipata
che essi hanno nell’immaginario collettivo.
Tu che sognavi il vento,
Tobia,
il vento che impetuoso piega i rami ed i fusti,
interi boschi dabeti e distese di canne gentili,
che impavido piega la Natura e il destino delluomo.
Il vento impetuoso che alimenta le fiamme,
da scintilla che scocca ad inferno di fuoco,
impetuosa, giovane forza
che alla quercia corrugata e vetusta incute timore.
Il vento severo che spazza le strade
del marciume delluomo;
giusta, rigida forza che porta sollievo
a giovani ardori non ancora sopiti.
La giovane brezza destate
che accompagna stridule voci
mischiate a risacca marina,
come un tenero segno damore
accarezza i capelli
e la pelle bronzata dal sole.
Tu che sognavi il vento,
Tobia,
lo senti ora pungerti il viso,
lo vedi ora rabbioso sospingere londa
contro le fredde rocce della scogliera
e taccorgi che è triste invecchiare sui sogni,
infranti sulla scogliera,
giorno su giorno,
dalla cruda realtà.
È triste,
Tobia,
accovacciato su quella nuda roccia scoscesa,
vedere quanti anni, quanti ruggiti e grida,
quanti venti e onde
ci son voluti a questo grande mare
per avanzare dun palmo nella scogliera,
per giungere ora a sfiorare la tua mano tesa.
§§§
Clown, per un giorno, un solo giorno,
clown per prova.
Mi troverai ogni giorno al circo,
mi vedrai badare agli animali,
controllar le serrature
delle gabbie che gli abbiamo costruito attorno.
Clown per un giorno,
un giorno solamente,
per imparare o insegnare.
Tobia,
clown per gioco
o forse per amore,
per aprir le porte
della gabbia che altri ci han costruito attorno.
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