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STORIA ANTICA

Un dì nel giardino felice
Adamo domanda a se stesso:
"Perché porca la meretrice
io non posso cacare su un cesso?"

Fu su quel suo preciso volere
cui il Divino ci mise la mano,
creò l'oggetto d'agognato piacere
per donarlo al popolo umano.

E il cesso dal quel dato momento
fu nei secoli l'unico arnese
a far l'uomo felice e contento
per le gioie del suo luogo cortese.

Anche quando Cleopatra la bella
nel rifugio più intimo e caro,
scaricava la sua cacarella
dentro al Nilo che scorreva ignaro.

E si narra che Cesare Augusto
ci correva ogni quanto poteva,
per goder l'irresistibile gusto
di cagar tutto quel che doveva.

E non fu mai di meno Archimede
che uno studio ci costruì intorno,
perché il tanto pensare richiede
d'andar sì più d'una volta al giorno.

Carlo Magno possiam ricordare
che a ogni terra da lui nuova invasa,
da due servi lo faceva portare
per sentirsi un po' come a casa.

Ricordando che Re Baldovino
un amante di gran deiezioni,
nel suo cesso faceva un inchino
e schizzava in tutte le direzioni.

E menzion or faremo di Dante
che da sommo qual era il poeta,
assai spesso ne cagava tante
da star dentro più d'un ora completa.

Senza dir poi di Napoleone
che l'aveva di gemme e dorato,
ma una volta di solo marrone
lo lasciò dopo aver evaquato.

Il famoso signor Garibaldi
che l'eroe dei due mondi è stato,
nei momenti di guerra più caldi
più di uno l'ha lasciato intasato.

Anche oggi i politici moderni
ne han uno con volte e arcate,
perché tra ministri e governi
han prodotto solo grandi cagate.

E così è la storia del cesso
che non è e non sarà mai finita,

e a raccontarla sarà indefesso
il continuo scorrer della vita!

 

 

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Ultimo aggiornamento 27/11/2000