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SOFFOCO
DI INFINITO
(30/12/94)
Dalla
mia finestra si vede l'orizzonte
e fin da bambina,
quella lunga striscia azzurra di mare,
ha provocato in me sentimenti
misti di nostalgia,
paura, curiosità, mistero;
ed or, a guardarlo,
vorrei avere le ali,
per sollevarmi e raggiungerlo volando.
Mi tornano in mente
alcuni momenti della mia infanzia,
la scuola, gli amici
e l'ombra protettiva di mia madre;
mi sento pulita,
come allora,
libera dalle scorie
che questa breve vita
ha già accumulato in me,
con le sue sofferenze.
Mi sento rapire
dal sublime contatto cielo mare,
striature di nuvole sovrastano il tutto,
ed ho nostalgia,
nostalgia di un nonno che non ho più,
nostalgia di un passato mai vissuto
o forse sì, nei sogni.
A quel orizzonte sento di appartenere,
come la foglia appartiene all'albero,
lì, dove finisce il mio mondo
e ne comincia un altro,
da dove attendo da tempo
qualcosa di veramente nuovo
che cambi un'esistenza interamente
dedicata a coltivare sogni.
Mi pare di sentire l'odore del mare,
di ascoltare i bianchi gabbiani
e di vederli scomparire nel cielo;
lo stesso mare che mi fa paura,
amore e odio ci legano da sempre:
ho terrore di quelle onde
che potrebbero diventare mortali,
ma allo stesso tempo,
sento il bisogno di raggiungerle,
di toccarle, di raccogliere un po'
delle loro salate acque.
Chissà, forse l'orizzonte per me rappresenta
quello che non sono,
quello che non ho.
Leggo nel cuore parole,
le sento salire, aumentare,
fino a soffocarmi,
ed è come se il tempo si fosse fermato
in questa mia contemplazione spontanea:
soffoco di infinito.
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aggiornamento 07.01.2001
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