I
miei occhi si sono sciolti in pianto.
Papaveri, campane, limoni,
spighe d'oro
conficcate nel cielo,
notti stellate,
acquazzoni
che lavano le serre.
Silenzi sconvolti
dal brusio dei pianeti,
ciclamini accaldati
come allegre comari.
Tutto io ho visto:
la luna
le stelle
i pianeti
i colori caldi
dei rossi gerani
il rimbombo dei gladioli.
Ma ho visto anche
fuoco, guerra, morte
e il sangue caldo
confuso coi gerani.
Tutto io ho visto
stesa sul pavimento freddo
con un pallido raggio
di sole ad illuminare la stanza
e un passero, forse,
a scrutare il mio gelo.
Ora tutto è sfumato
tutto è perduto, opaco,
il tempo è esploso
come una bolla di sapone
ed io sono di nuovo qui,
arida
con il rimpianto di sentire,
ma di non poterlo raccontare,
con la sensazione
di arrivare sempre troppo tardi.
Non semplici emozioni
ma passione palpitante:
il mio corpo percorso dal fremito
la mia mente a esplorare l'universo
e io che mi struggo
in questo incanto
e cerco di trattenere
la miriade di fili
che mi sfugge di mano.
Completa mi sentirei
se riuscissi a farlo,
al posto giusto nell'universo
come una fibra fatta
per essere lì in quel momento.
Ma raramente accade
e vivo in uno stato
di trasognata fantasia
perduta nel vuoto dei miei pantaloni.
Il mio cuore ha le ali spezzate,
ma cerca comunque di volare,
come potrei fermarlo?
Vedo
tutto con occhi diversi,
ora che le mie dita
hanno sfiorato l'immenso
ora che i miei occhi
hanno forato le barriere dello spazio e del tempo
ora che il mio pianto
ha avuto un senso.
Vivida mi appare
la riva ma non so se sto per salpare
o per approdare,
se il mio viaggio è finito
o sta per iniziare.
Non importa,
mi arenerò comunque;
come un granchio
travolto da un'onda
tornerò sotto la sabbia,
al buio,
in attesa che il piede
scalzo di un bambino
mi riapra la strada
verso il mare
ed io possa di nuovo tentare ...
Fino ad allora l'odore di salsedine
continuerà a tormentarmi,
io saprò che il mare è li
a pochi passi
ma non potrò fare altro che aspettare.
|