Che
cosa mi resta da scrivere ormai?
Mi abbandono con piacere alle lunghe ombre
che mi oscurano il volto,
blu come il cobalto
fredde come il granito.
Che cosa mi resta da scrivere ormai?
La mia piccola parte
d'inconsolata fantasia
che freme per essere imprigionata
su un foglio bianco.
A volte, nel farlo,
mi sento una ridicola fattucchiera,
tutta intenta a leggere nei tarocchi
la vita di gente
che non ha mai visto prima.
I miei tarocchi
non li sa leggere nessuno:
sono le mani a cui mi abbandono,
i ricordi che non ho vissuto,
l'infinità di immagini
che ogni giorno consumo
alla ricerca di un pensiero nuovo
da prostituire.
Sono i pensieri che non ho
a darmi confusione
i capelli che ho raccolto
in riccioli ardenti
per sentirmi diversa,
la rabbia che da tempo
ho serrato fra i miei denti,
l'inevitabile cecità
dei miei anni
che spaventa ed esalta.
Raccolgo
ciò che resta da scrivere
e dal palmo della mia mano
lo soffio via ....